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Con grande emozione vi presentiamo il primo album dei Brave Hearts Factory, un progetto nato dal desiderio di trasmettere tutta la nostra passione, dedizione e la migliore tecnica musicale di cui siamo capaci. Questo lavoro è un omaggio al rock melodico e alle emozioni autentiche, quelle che scavano in profondità e raccontano storie di speranza, malinconia e resilienza.

È un album che parla agli amanti dei sentimenti intensi, a coloro che, nonostante le avversità, trovano la forza di andare avanti, di stringere i denti e di intravedere la luce in fondo al tunnel. Non è stato semplice mettersi in gioco con tanta sincerità, ma abbiamo deciso di farlo, proprio per condividere con voi una parte così intima e intensa del nostro mondo.

I nostri riferimenti musicali sono evidenti, ma preferiamo che siate voi a scoprire le influenze che ci hanno guidato e ispirato. Ogni artista ha i propri maestri e, con umiltà, lasciamo a voi il compito di giudicare se siamo riusciti a rendere loro onore e a creare qualcosa che valga davvero la pena di essere ascoltato.

Abbiamo dato tutto, mettendo cuore e anima in ogni nota e in ogni parola. E questa è solo la prima tappa del nostro viaggio: continueremo a impegnarci, a crescere e a dare il massimo per voi, promettendovi che questo è solo l’inizio !

Grazie per essere con noi in questa avventura!

Recensione di Mr. Vinyl (Thunder Rock)

Interessante miscela, quella dei Brave Heart Factory. Il background della band è chiaro: nel loro suono coesistono reminiscenze della new wave anni ’80 (U2, Simple Minds), dell’AOR, della psichedelia stoner alla Pink Floyd e dell’alternative rock anni ’90. Il cantante spazia anche lui stilisticamente, adattandosi perfettamente ai vari momenti, che risultano davvero difficili da decifrare, tanto è ricco il mix di stili. Ne emerge qualcosa di molto originale, ma anche profondamente melodico.

Per quanto la miscela sia particolare, le canzoni ci sono e sono ben strutturate. Forse manca un po’ di coesione: in alcuni momenti sembra che i vari elementi della band prendano direzioni diverse, come in certo prog. Tuttavia, si tratta certamente di una scelta voluta, che non compromette l’orecchiabilità dei brani. Gli inserti elettronici rendono il tutto ancora più particolare. C’è sicuramente un forte impatto sonoro, ma non mancano momenti più rilassanti, sempre ben dosati in un mix di tensione e rilascio.

Si parte con “Overture Among The Stars”, che chiarisce subito gli intenti della band. Il brano è il più eclettico, ma anche il più interessante dell’album: si intravede un’evoluzione rispetto ad altre tracce simili, come “How Do You Dare To Love Me” e “Here Remains The Flame”, dove l’influenza degli U2 è molto presente. In questo caso, però, i suoni psichedelici lo rendono più affascinante e la voce (più simile a quella del cantante dei Dream Theater che a quella di Bono) aggiunge un ulteriore tocco di eleganza.

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Ci sono poi le tracce più elettroniche, “Don’t Run Away” ed “Emanuel”, dove lo stesso stile che aveva forgiato la new wave, nei 90 si trasformava per fare scuola alle “future generazioni”. Seguono le splendide ballad: “Dreams Always Die At Dawn”, quasi un tributo AOR ai primi Iron Maiden; la dolcissima e tristissima “End In Winter”, che non sfigurerebbe nel repertorio degli Hoobastank; e “Another Night Without You”, che ai tempi d’oro di MTV sarebbe stato trasmesso ogni giorno in rotazione.

Si chiude con le tracce più moderne: “The Truth In Your Eyes”, dal sound quasi grunge (o post-grunge), ma soprattutto “No Hope For New Warlords”, che, a dispetto del riff funky iniziale, ben presto si trasforma in un brano molto distorto ed energico, con un ritornello da brividi che mette in mostra le straordinarie potenzialità del cantante. Secondo me, questa potrebbe essere la vera strada da seguire per i Brave Heart Factory.

In definitiva, si tratta di un mix revival originale, che avrebbe bisogno di un secondo full-length per poter dire di aver creato un nuovo genere.